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Partito Democratico - Emilia-Romagna
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Sostenere e promuovere il terzo settore

1 marzo 2010


Il sistema di welfare dell'Emilia-Romagna è ricco di organizzazioni del Terzo Settore. L'importanza di questo fenomeno è recentemente stata riconosciuta anche dal rapporto sull'economia regionale presentato da Unioncamere Emilia-Romagna nel capitolo 2.14 del rapporto: "focalizzare l'attenzione sul terzo settore e sull'impresa sociale significa dare cittadinanza economica e valorizzare tutte quelle relazioni che non nascono dallo Stato e dal Mercato, cioè a quelle relazioni stabili e significative che partono da un movente ideale e producono imprese, beni e servizi di qualità. Relazioni che, in definitiva, generano ed alimentano nuove forme di capitale, come il capitale sociale, il capitale ambientale e il capitale simbolico, ossia Valore Sociale". Affermazioni supportate dai numeri monitorati dall'Osservatorio sul Terzo Settore recentemente costituito: quasi 800 cooperative sociali, con 36.281 addetti e un fatturato di un miliardo e mezzo di euro; 2.920. associazioni di volontariato attive ed iscritte agli albi che vivono grazie al contributo di migliaia volontari; 3.200 associazioni di promozione sociale che operano negli ambiti culturali, sportivi, ricreativi, sociali (dati 2009).

Le organizzazioni del Terzo Settore garantiscono coesione sociale e sono fattore dello sviluppo economico dei territori: SENZA LA PRODUZIONE DI BENI E RELAZIONI E SENZA LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI A QUESTA PRODUZIONE LA NOSTRA REGIONE NON POTREBBE VANTARE LO SVILUPPO ECONOMICO ATTUALE.

La rete delle relazioni sociali, familiari, amicali, di solidarietà e di volontariato è un fattore di forte coesione della società regionale. Il Terzo Settore genera valore aggiunto, è sensore dei bisogni dei cittadini, anticipa le innovazioni nelle risposte, gestisce servizi e contribuisce ad accrescere l' efficacia della spesa sociale, ma soprattutto promuove la cittadinanza attiva.
Questa rete è costituita dalla sedimentazione di processi storici, culturali, segnati da un'organizzazione particolare delle attività economiche e sociali. Si tratta di un patrimonio ancora da radicare e salvaguardare. Questa rete diffusa e plurale di partecipazione attiva della cittadinanza richiede un grande sforzo di coordinamento e di relazioni tra le organizzazioni del Terzo Settore e le Istituzioni.

Per questo è di grande importanza l' istituzione della Commissione regionale del Terzo Settore, luogo di confronto con la Regione su temi strategici legati allo sviluppo del welfare. Sarà necessario nei prossimi anni rafforzare questo strumento per garantire il reciproco dialogo.

Il nuovo Piano Sociale e Sanitario 2007-2009 pone al centro la diffusione della responsabilità sociale, intesa come partecipazione delle formazioni sociali, a fianco delle stesse istituzioni, all'esercizio della funzione sociale nei diversi momenti della programmazione, progettazione ed erogazione dei servizi del sistema locale, in un quadro chiaro e condiviso di regole.
La necessità odierna e quella futura è di continuare a garantire la valorizzazione delle energie positive dei tanti componenti della nostra società (imprese, sindacato, politica, non -profit, cittadini) con l'ottica delle compartecipazione dell'ascolto, della co-progettazione e della messa in rete di tutte le risorse, non solo quelle economiche. Le istituzioni devono investire fortemente sulla promozione del Terzo Settore come soggetto di democrazia civile chiamato, oggi più di ieri, a colmare il distacco fra politica e società e quindi a rendere più governabile il sovraccarico di domande che ne deriva alle Istituzioni locali e regionali.

Importante sarà il ruolo delle Organizzazioni del Terzo Settore per raggiungere gli obiettivi indicati nel PTR è un apporto importante potrà essere fornito per la realizzazione della prevista legge regionale sulla partecipazione




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