Una regia regionale, un governo diffuso
26 febbraio 2010
Un elemento fondamentale del nuovo Welfare che in Emilia Romagna intendiamo costruire, continuando ad innovare le politiche pubbliche e rafforzando l'integrazione, è rappresentato dall'assetto della "governance" che il PSSR, anticipando alcuni dei contenuti della lr 10/2009 e dello stesso PTR, ha delineato e sostenuto. Con l'attuazione del PSSR si è prodotta, in Emilia Romagna, una forte semplificazione degli strumenti di programmazione (PSSR, Profilo di Comunità, Atto triennale di indirizzo, Piano di zona per la salute e il benessere sociale) e un consolidamento dell'assetto istituzionale del governo (cabina di regia regionale, CTSS, comitati di distretto). Un sistema di governo imperniato su una forte azione regionale di regia, condivisa e concertata con gli enti locali, sia sul piano politico sia tecnico.
L'esperienza di questi anni ha confermato che l'integrazione tra servizi sociali, sanitari ed educativi può avvenire solo con la piena responsabilità degli enti locali nel governo del sistema di welfare territoriale e con un costante confronto e la concertazione tra regione, enti locali e l'insieme delle forze sociali.
Questo nuovo assetto del sistema di governo del welfare regionale dovrà misurarsi, nei prossimi anni, con un'altra importante innovazione che è rappresentata dall'avvio del sistema di accreditamento dei servizi socio sanitari finanziati attraverso il FRNA.
Si tratta di una sfida impegnativa sia per le funzioni di regolazione, controllo e valutazione poste in capo alla Regione e agli enti locali, sia per i soggetti, pubblici, privati e del privato sociale, ai quali sarà affidata la produzione dei servizi e delle prestazioni.
La necessità di rafforzare il governo associato, in ambito distrettuale, dell'insieme delle politiche di welfare e, in particolare, dell'integrazione socio-sanitaria non esaurisce, tuttavia, le funzioni dei comuni. Proprio l'avvio dell'accreditamento nei servizi socio/sanitari per la non autosufficienza e la grave disabilità richiederà, alla Regione e agli enti locali, una verifica e una riflessione sul ruolo e sull'assetto delle Aziende dei servizi alla persona costituite in questi anni
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