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Partito Democratico - Emilia-Romagna
  giovedi 28 marzo 2024 Partito Democratico Emilia-Romagna
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Promuovere una nuova società dell'integrazione

26 febbraio 2010


Di fronte a statistiche che testimoniano l'aumento esponenziale della popolazione migrante sul territorio nazionale, le Istituzioni devono sapere governare tale fenomeno attraverso modelli e politiche dell'integrazione che rispettino i diritti universali dell'uomo e non discrimino i migranti.

Purtroppo la legge Bossi - Fini (L.189/2002), la legge sul diritto di cittadinanza (L.91/1992), il ‘Pacchetto Sicurezza' (L. 94/2009), la mancanza del diritto di voto, dimostrano come attualmente sia difficile un percorso d'inclusione degli immigrati sul territorio italiano.
Il fenomeno migratorio in Emilia-Romagna ha assunto proporzioni di indubbio rilievo negli ultimi anni, attestandosi ormai al 10% della popolazione residente nel 2009 e a oltre il 12% della popolazione scolastica.

Inoltre, è importante evidenziare il crescente apporto economico degli immigrati all'economia regionale: se nel 2005 il loro contributo al Pil regionale è stato pari al 10,8%, nel 2007 lo stesso è arrivato all'11,7%. Analogamente cresce l'ammontare dei redditi lordi generati dal lavoro degli immigrati sui quali si deducono gli imponibili previdenziali e fiscali.

Nel corso del 2007 i lavoratori stranieri in Emilia-Romagna hanno versato oltre 880milioni di euro di contributi previdenziali ed oltre 365 milioni di euro di gettito fiscale.
La percezione che prevalgano i "costi dell'integrazione" rispetto ai "benefici per l'economia" non corrisponde, quindi, alla realtà.
Nei prossimi anni la duplice sfida che il fenomeno migratorio porrà, non solo in ambito europeo, ma anche in quello nazionale e locale, verterà, da un lato, sulle politiche di contrasto all'irregolarità, di competenza nazionale (su cui occorre chiedere conto al Governo Berlusconi) e dall'altro, sullo sviluppo delle politiche di integrazione e inclusione sociale dei cittadini stranieri regolarmente soggiornanti (di competenza regionale e locale).
Sono necessarie politiche di integrazione e inclusione sociale per rafforzare un senso condiviso di rispetto delle regole e di appartenenza territoriale, quale elemento imprescindibile per una efficace politica di sicurezza.
Allo stesso tempo, bisogna adottare politiche di promozione della convivenza tra nativi e migranti, fondate sulla ricerca di un nuovo patto di cittadinanza basato su diritti (intercultura, educazione, lavoro, sicurezza sociale, partecipazione) e doveri (comprensione e rispetto delle leggi e dei valori civici caratterizzanti la comunità regionale) per entrambi.
Dato che il processo di integrazione non avviene in maniera spontanea, occorre una attenzione crescente da parte delle Amministrazioni Locali, in collaborazione con il Terzo settore e le parti sociali. Attenzione, quindi, che deve concentrarsi su alcune linee di azione precise nei settori vitali della nostra società (la scuola, la sanità e il mondo del lavoro) in particolare:
  • investire nell'istituzione di corsi per l'apprendimento della lingua italiana rivolti agli adulti, specie i nuovi arrivati e le donne;
  • istituire progetti di mediazione culturale e di gestione dei conflitti, volti alla formazione interculturale tra gli operatori pubblici e i quadri attivi del partito;
  • promuovere azioni di contrasto al razzismo e alla xenofobia attraverso iniziative culturali rivolte soprattutto ai giovani facendo leva anche su comuni interessi quali, ad esempio, lo sport;
  • favorire un maggiore protagonismo degli immigrati nella vita pubblica, dalla politica al volontariato, per arrivare nelle Istituzioni pubbliche di ogni tipo, valorizzando gli strumenti di partecipazione già in atto (consulte,consigli, ecc.) e promuovendo leggi per il voto amministrativo ed il conseguimento della cittadinanza..
Sono questi i punti essenziali su cui proseguire l'azione della Regione per il prossimoquinquennio, assieme al rafforzamento della rete dei centri contro le dis


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immigrazione |  programma |  elezioni 2010 | 

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