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Partito Democratico - Emilia-Romagna
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Direzione del PD di Bologna - le voci

2 febbraio 2010


Si è tenuta lunedì 1 febbraio 2010 la direzione del Partito Democratico di Bologna. Sul palco, oltre al segretario provinciale, Andrea De Maria, anche quello regionale, Stefano Bonaccini e nazionale, Pier Luigi Bersani; accanto a loro il presidente della regione Emilia-Romagna, Vasco Errani. All'ordine del giorno la situazione nel capoluogo, a pochi giorni dalle dimissioni di Flavio Del Bono e le prospettive legate all'imminente voto amministrativo.

Di seguito, i principali passaggi di alcuni degli interventi che si sono succeduti nel corso di una lunga serata di confronto e discussione.

Andrea De Maria
Ora occorrono dialogo, confronto e forti occasioni di partecipazione. Dobbiamo rivendicare la forza del gesto di Flavio Delbono, perché dimostra che in campo c'è un modo di comportarsi non comune nel nostro Paese e di certo non diffuso tra le fila dei nostri avversari politici.
La scelta delle dimissioni consente di dividere in modo chiaro il percorso giudiziario, e nella magistratura noi riponiamo la massima fiducia, da quello politico del nostro PD.
Ora occorre mettere in campo i nostri punti di forza: il buon lavoro svolto dall'amministrazione, l'unità della nostra colazione e la voglia del PD di discutere in maniera aperta.

Maurizio Cevenini
Ci attende un percorso che ci deve vedere tutti uniti. Per quanto mi riguarda, io sono a disposizione del partito e della città, credo sia un dovere da parte di chi ci ha messo la faccia dal primo momento. Per quanto riguarda le primarie, credo che siano una cosa virtuosa solo se sono fatte come qui da noi a Bologna, ovvero con la massima partecipazione e con un confronto costruttivo. Occorre ascoltare le persone e le categorie di questa città, solo così possiamo avere il polso di quello che sta accadendo a Bologna e dei problemi reali dei bolognesi. Dobbiamo ritrovare la serenità, consci del buon lavoro che è stato fatto finora: a dicembre un sondaggio indicava nel 57% la percentuale di cittadini bolognesi che approvavano il lavoro della giunta. Questo è il punto da cui partire.

Duccio Campagnoli
In questi due mesi che ci attendono dobbiamo pretendere di instaurare un confronto civile. Siamo consci che ci potranno esserci attacchi al modello emiliano-romagnolo. Per questo occorre mettere in campo le esperienze di buona amministrazione che, nonostante la crisi, permettono all'Emilia-Romagna di essere capofila nelle classifiche di qualità della vita, libertà economica e sviluppo. Da parte mia, confermo la disponibilità che ho espresso giorni fa, proprio in occasione dell'inaugurazione presso l'Università di Bologna del nuovo tecnopolo. Un'occasione non casuale, poiché questa struttura testimonia la capacità di innovare del nostro territorio.
Per intraprendere il confronto serio che serve in questo momento, occorre metterci la faccia, in questo senso siamo tutti candidati. Dobbiamo dimostrare la nostra volontà di parlare a tutta la città e di dare più forza alle idee che abbiamo già in campo e a quelle che proporremo in futuro. La città ha bisogno di risposte adeguate e immediate, in questo senso andrà il mio contributo alla discussione che prederà il via in questi giorni. Il tempo è poco ma le nostre proposte vanno discusse con i cittadini, per una Bologna del lavoro, dell'innovazione della solidarietà e della partecipazione.

Sergio Lo Giudice
La vicenda che affronteremo in questi giorni a Bologna richiede un coordinamento stretto tra i vari livelli del nostro partito (provinciale, regionale, nazionale). Creare un legame di questo tipo dimostrerebbe che siamo un partito veramente democratico e costituirebbe un esempio virtuoso da esportare. Il tema della verità è sempre stato centrale per noi, non accetto la critica di chi vuole generalizzare, additandoci come un partito di delinquenti. Qualora venissero accertate incrostazioni di malaffare riguardanti qualcuno con la nostra tessera in tasca noi non saremmo altro che la parte lesa. Siamo un partito sano, siamo per la responsabilità.
Per quanto riguarda le primarie, io mi sono sempre dichiarato un sostenitore convinto di questo meccanismo, credo però che mantenere viva l'idea di pluralismo e di confronto che sta alla base di questo sistema significhi anche prestare una particolare attenzione a non logorarlo. Se, come chiediamo con forza, si voterà a marzo ritengo che non ci siano i tempi politici per affrontare le elezioni primarie. In conclusione, posso dire che noi abbiamo fatto tutto ciò che potevamo per arrivare al voto amministrativo il 28 e 29 marzo: le dimissioni del sindaco di Bologna, il voto sul bilancio e l'approvazione di un pacchetto di importanti delibere necessarie a non fermare la macchina amministrativa. e. Ora attendiamo risposte dal governo. Per quanto ci riguarda, la macchina è già in moto, noi siamo pronti a partire.

Beatrice Draghetti
Noi crediamo di essere in grado di fare proposte e contemporaneamente far percepire che ci mettiamo su strade nuove. Dobbiamo mettere insieme tutte le energie positive di questo partito. Non possiamo lasciare indietro nessuno. Il PD deve essere fiero di stare dalla parte dei non garantiti e capace di dare risposte ai cittadini.

Marco Lombardelli
La scelta di Delbono è stata un atto opportuno, responsabile e decisamente non scontato. Ma non è il caso di parlare di superiorità della nostra scelta e dei nostri comportamenti rispetto a quelli di qualcun altro. Va però ribadito che c'è stata una diversità di comportamento e che ora non ci sono ombre, sospetti o equivoci.
Qui a Bologna non siamo in presenza di una crisi politica, questi sette mesi hanno dimostrato la bontà del progetto e della squadra di governo che ha saputo cogliere le sfide di questi mesi. Ora occorrono umiltà e determinazione, solo così potremo affrontare il percorso che ci attende.

Virginio Merola
Si è trattato di un incidente di percorso. Abbiamo le carte in regola per dimostrarlo e siamo pronti ad affrontare un percorso condiviso con la città.

Pier Luigi Bersani
Ho molto apprezzato questa discussione aperta e sincera. Vista da fuori Bologna, questa vicenda è più legata a quello che succederà dopo, piuttosto che a quello che è successo. Si è creata un'ombra tra amministrazione e città. Una cosa che poteva portare pregiudizio per lungo tempo e incrinare il rapporto tra cittadini e istituzioni. Il sindaco, con rispetto verso la magistratura e con grande responsabilità si è dimesso, contribuendo ad accelerare le formalità affinché si torni al voto al più presto. In Italia una simile vicenda è quantomeno inusuale, questo non va dimenticato.
Ora occorrono umiltà e dignità per affrontare questo percorso che iniziamo con un peso sulle spalle, certo, ma un peso destinato ad alleggerirsi, dal momento che non si può offuscare ciò che abbiamo fatto di buono per questa città.
Noi, da stasera, dichiariamo che siamo pronti ad andare a votare il 28 e 29 per il comune di Bologna, ora attendiamo risposte dal governo. Per quanto riguarda il candidato, rispetto la decisione di Romano Prodi e condivido la necessità, espressa questa sera, di avviare una stringente fase di dialogo e consultazione. I tempi sono stretti ma l'idea che emerge è quella che sia la politica a guidare il percorso, per valutare quale sia la strada migliore e non consegnare alla destra questa città.



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