Dichiarazione di Lucia Bongarzone, coordinatrice della Conferenza regionale delle donne del Partito Democratico.
"Le destre sovraniste e regressive promuovono per l’11 aprile un "secondo tempo" del Congresso di Verona, in Regione, a Bologna, per bloccare l’approvazione del progetto di legge regionale contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere. Lo fanno, ancora una volta, per propagandare i loro veri intenti politici: limitare i diritti delle persone, negare le diversità e le differenze, riportare le donne alla subalternità sociale, senza al contempo occuparsi dei bisogni reali delle famiglie. Noi invece auspichiamo che quella legge venga approvata, perché sarebbe un’ottima occasione per ribadire la nostra visione di società rispettosa delle differenze.
Nel pieno rispetto della libertà di opinione, quando le opinioni si organizzano contro i valori fondanti della Repubblica e contro il principio di eguaglianza promosso dalla Costituzione, diventano un attacco alla convivenza civile e al rispetto della dignità della persona. La nostra mobilitazione a Verona, infatti, non si è opposta all’espressione di idee del Congresso mondiale della "famiglia naturale", ma ha voluto riaffermare i diritti civili e tutte le libertà democratiche.
La regione Emilia-Romagna, terra di radici democratiche profonde, nutrite in particolare dall’impegno e dal sacrificio quotidiano delle donne, ospita le idee di tutti senza problemi e con altrettanta serenità sa respingere i tentativi di riportarci indietro o ad un improbabile futuro di antiche segregazioni. Per questi motivi, giovedì 11 aprile, alle ore 16.30, la Conferenza delle donne del Partito Democratico dell’Emilia-Romagna sarà a Bologna, davanti alla sede dell’Assemblea Legislativa Regionale. Per rappresentare ciò che siamo, per esprimere la visione di società plurale e inclusiva in cui vogliamo vivere".